Conosciuta in tutto il mondo grazie all’Oktoberfest e alla sua birra, è una piacevole città ricca di attrattive artistiche e culturali. Si sviluppa intorno al fiume Isar ed è chiusa a sud dalle Alpi Bavaresi, con i loro numerosi laghi, a nord dai corsi del Meno e dal Danubio.
Nell’VIII secolo divenne sede di un monastero, detto munichen, da cui deriva il nome. Tuttavia il suo sviluppo si deve a Enrico il Leone, che nel 1158 deviò qui il commercio del sale.
A cavallo tra Quattrocento e Seicento crebbe ulteriormente, e con il regno di Ludwig I ( 1825-1848), divenne uno dei massimi centri dell’arte europea. Dopo la prima guerra mondiale, fu la culla del movimento nazista; in parte distrutta dai bombardamenti del secondo conflitto, è stata ampiamente ricostruita.
Marienplatz è il centro vitale della città e vi si affacciano alcuni dei più importanti monumenti cittadini. Di solito alle 11.00, alle 12.00 e alle 17.00 è possibile assistere allo spettacolo del carillon animato (Glockenspiel) che, posto sulla Torre del Neues Rathaus (nuovo municipio), ripropone due episodi della storia cittadina: un torneo di cavalieri, avvenuti nel 1568 per le nozze tra Guglielmo V e Renata di Lorena, e la danza inscenata dai bottai al termine della peste del 1515 - 17.
Al centro della piazza si erge la Mariensaule (1638), un monolite marmoreo che sostiene la statua in bronzo della patrona della Baviera, mentre dietro l’ Altes Rathaus (Vecchio Municipio)del 1470, che ospita il Museo del Giocattolo (Spielzeugmuseum), comincia la Tal, la strada che nel medioevo rappresentava l’unico accesso alla città per i mercanti del sale.
Lungo quest’ultima s’incontra la chiesa del Santo Spirito del XIV secolo, rifatta in tarda epoca barocca (pregevoli gli stucchi dell’interno), e al termine l’Isartor,la più antica porta delle mura trecentesche.
Prima di imboccare la Tal si può visitare l’antica chiesa di San Pietro (Xii secolo), che in seguito a successive trasformazioni appare in stile barocco; dal campanile (Alter Peter, “ vecchio Pietro”) si gode un panorama della Marienplatz.
Non lontano dalla piazza, si incontra una delle più celebri birrerie di Monaco, la Hofbrauhaus, con annesso Biergarten (giardino). Nelle vicinanze sono situate la rinascimentale zecca (Munzhof), con cortile a tre ordini di arcate, e l’ Alter Hof (XIII secolo), prima residenza dei duchi di Baviera.
La Frauenkirche occupa l’omonima piazza (Frauenplatz) ed è famosa per i suoi due alti campanili (99m), sormontati da cupole a cipolla (1525).
La cattedrale, dedicata a Nostra Signora e situata a nord ovest di Marienplatz, è stata costruita interamente in cotto secondo le severe linee del tardo gotico. L’esterno è completamente privo di decorazioni, se si eccettuano le antiche lapidi murate nelle pareti e ciò che resta degli intagli dei cinque portali. Il maestoso interno, conserva il Mausoleo di Ludovico il Bavaro, in marmo nero e bronzo.
Le statue degli stalli del coro, semi distrutti durante la guerra, sono pregevoli lavori di E. Grassner /1492-1503). Il deambulatorio è illuminato da bellissime vetrate databili dal XIV al XVI secolo. ancora una vetrata si trova nella sesta cappella , che custodisce la tavola della Madonna del Soccorso (1510) di J. Polak. Tra le cappelle merita una visita la settima, dove è posto il cinquecentesco Memming Altar.
Un’altra importante chiesa del centro è quella di St. Michael, edificata a partire dal 1583 sotto la direzione di architetti italiani, sul modello della romana chiesa del Gesù. All’interno sono da segnalare una Crocifissione del Giambologna (braccio destro del transetto), il neoclassico Monumento funerario di Eugenio di Beauharnais, opera di B. Thorvaldsen, e l’altare maggiore,edificato nel XVI secolo da W.Dietrich.
La più elegante via del centro è la Kardinal-Faulhaber-Strasse, fiancheggiata da palazzi barocchi e rococò.
Sulla St. Jakobsplatz si trova il Munchner Stadtmuseum (museo della città), dove meritano attenzione le Moriskentanzer, 10 statuette di danzatori realizzate da E. Grassner nel 1480.
A nord della St. Johann Nepomuk, dalla curiosa storia (dedicata da due fratelli a S. Giovanni Nepomuceno per averli salvati da una tempesta sul Danubio), si estende lo storico quartiere di Hacken, che prende il nome dalla presenza in passato di numerosi carpentieri e intagliatori(dal verbo hacken, “tagliare”). Ancora più antico è il quartiere di Haidhausen, probabilmente il primo nucleo di Monaco, sorto intorno alla via del sale./strong> Abitato dagli strati più poveri della popolazione e da commercianti, nel primo dopoguerra si traformò in palcoscenico politico; nelle sue birrerie si svolgevano le assemblee organizzate da rosa Luxemburg, Adolf Hitler vi tenne i primi discorsi.
Merita la visita anche l’ex giardino di corte, l’Hofgarten, cui si accede tramite un arco trionfale romano.
Molto particolare la Konigspaltz, dove Luigi I fece erigere edifici ispirati all’architettura classica: i Propylaen, che imitano i propilei dorici dell’Acropoli di Atene, e la Gyptothek, adibita a museo, in stile ionico. Entrambe le costruzioni sono opera ottocentesca di Leon von Klenze.
Al Viktualienmarkt si possono acquistare i prodotti tipici di varie regioni tedesche, mentre su tavolate comuni si possono consumare le zuppe della cucina tradizionale. Sovrane del mercato sono le Standweiber (donne del bancone), che in occasione del Carnevale eseguono una danza che richiama molti curiosi.
La Residenza, edificio voluto dai duchi di Baviera, fu iniziata nel XVI secolo; in seguito il complesso fu costantemente ampliato, fino a raggiungere nell’Ottocento l’imponenza di una sede di rappresentanza che unisce gradevolmente più stili, dal tardo rinascimento al rococò.
Il fronte la Festaalbau (l’ala riservata alle feste di corte) è rivolto verso l’’Hofgarten, mentre la facciata più antica (1599-1612) volge sulla Residenzstrasse e presenta due portoni fiancheggiati da leoni in bronzo, ai quali i monacensi usano accarezzare il naso convinti che porti fortuna…
Dalla facciata sulla Max-Joseph-Platz si accede al Residenzmuseum, il museo costituito dalle stesse stanze dell’edificio.
Tra gli ambienti del pianterreno, emergono il grottenhof, il cortile più antico, ornato con la Fontana del Perseo di H. Gerhard nel XVI secolo, l’Antiquarium, uno dei più alti esempi del rinascimento bavarese, costruito da J. Strada e decorato con affreschi, grottesche, busti di imperatori romani, infine la Porzellankammer, la preziosa raccolta di porcellane tedesche, francesi e inglesi.
Al primo piano sono la Ostasiensammlung, con la collezione di ceramiche cinesi dal VII al XVIII secolo; la galleria Allerheiligengang, dove sono esposti gli affreschi con paesaggi italiani, eseguiti nel XIX secolo da C. Rottmann per il portico dell’Hofgarten; le Reiche Zimmer, le stanze che per le decorazioni e l’arredamento rappresentano il trionfo del rococò; le Staatsratszimmer (sale del consiglio di stao), famose per l’esposizione di arazzi fiamminghi e francesi, ceramiche di Urbino e Faenza, argenti e vetri; infine la Reiche Kapelle.
La Schatzkammer custodisce il tesoro di corte, costituito da pezzi preziosissimi che rivelano un gusto raffinato. Si riportano i più noti: il libro di preghiere appartenuto a Carlo il Calvo (860 circa), il reliquiario della Croce di Enrico il Santo (1020 circa), i cofanetti in avorio provenienti da Ceylon (XVI secolo) e l’oggetto più prezioso, nonchè uno degli esempi di arte statuaria più importanti d’Europa, la statuetta di S. Giorgio a cavallo (XVI secolo) ricoperta da oltre 2000 diamanti, circa 200 perle e 400 rubini.
Ancora rococò per l’Altes Residenztheater, il teatro della residenza progettato da F. de Cuvilliés il Vecchio tra il 1751 e il 1755, mentre denuncia l’amore dei reali tedeschi per il rinascimento italiano la Felderrnhalle, che richiama la Loggia dei Lanzi di Firenze.
La Theatinerkirche (XVII secolo) è il risultato del lavoro di maestranze quasi esclusivamente italiane, dirette da A. Barelli prima e successivamente dallo svizzero E. Zuccalli. Anche la committente è italiana; si tratta di Enrichetta Adelaide di Savoia, consorte del principe elettore, la quale fece erigere la chiesa per festeggiare la nascita del primogenito.
Il più grande museo scientifico al mondo (occupa l’intera isola dell’Isar su cui sorge) documenta l’evoluzione della scienza e della tecnica anche attraverso pezzi unici (ad esempio il primo telefono a trasmissione elettrica o la prima apparacchiatura sperimentale con cui fu scoperta la fissione nucleare). Possiede un Planetario.
Orario di apertura al pubblico: tutti i giorni dalle 9 alle 17.
Il Museo Nazionale della Baviera, voluto da Massimiliano II giuseppe per documentare l’arte e la storia del regno (XIX secolo), espone oggetti d’arte e artigianato. Ma l’attrazione del museo è costituita dalla raccolta di 64 presepi (XVII-XIX secolo) provenienti dalla Germania meridionale, dall’Austria, dalla Francia e dall’Italia.
Orario di paertura al pubblico: da martedì alla domenica dalle 9 alle 17.
E’ una tappa obbligata per gli appassionati di statuaria classica. Vanto del museo sono le sculture del Tempio di Aphaia e Egina (Grecia), giunte fino a noi nel miglior stato di conservazione dopo quelle di Olimpia. Si tratta di pezzi databili dal VI secolo ai primi del V secolo a.c., che provengono da un’unica bottega e testimoniano il passaggio dallo stile arcaico a quello classico.
Orario di apertura al pubblico:dalle 10 alle 17; martedì e giovedì dalle 10 alle 20; lunedì chiuso.
E’una delle più importanti raccolte archeologiche al mondo, sopratutto per quanto riguarda la ceramica antica. Si segnalano la collezione di vasi attici, con esemplari di ceramica protogeometrica e geometrica (VII-VII secolo a.C.), la coppa di Dionisio (530 a.C.) di Exekias e le anfore (520 a.C.) del pittore Amasisi.
Della sezione etrusca sono rilevanti i crateri in argilla e bronzo (VI secolo a.C.) ritrovati a Perugia. Accanto alle ceramiche spiccano i gioielli in oro greci ed etruschi (VI-IV secolo), capolavori della tecnica della granulazione.
Orario di apertura al pubblico:dalle 10 alle 17; mercoledì dalle 10 alle 20; lunedì chiuso.
Ha sede nella Lenbachhaus, costruita nell’800 per il ritrattista Franz von Lenbach sul modello delle ville fiorentine. Oltre ai quadri del pittore tedesco, ospita l’importantissima raccolta di dipinti del gruppo espressionista Der Blaue Reiter (II Cavaliere Azzurro, Monaco 1911). Accanto alle opere di Paul Klee, Franz Mark e August Macke, gli oltre 100 lavoridi W.W. Kandinskij che, salvati dalla distruzione nazista dalla compagna del pittore , costituiscono un tesoro unico al mondo.
Orario di apertura al pubblico:da martedì a domenica dalle 10 alle 18.
Il nucleo originario della pinacoteca è rappresentato dai dipinti di Albrecht Durer e Peter Paul Rubens raccolti dal duca Massimiliano I, cui col tempo se ne aggiunsero altri, fino ad arrivare al numero di 14.000 pezzi datati dal Xv al XVIII secolo.
La loro attuale collocazione risale all’XIX secolo, quando Ludovico I commissionò a Leon von Klenze la costruzione della pinacoteca in stile rinascimentale.
Fra i maggiori capolavori esposti si ricordano:Pala dei Re Magi di Rogier van der Weyden; Deposizione e Ritratto d’uomo in costume orientale di Rembrandt; Giudizio finale e Autoritratto con la moglie Isabella Brandt di rubens; Altare dei padri della chiesa di M. Pacher; Madonna del garofano di Leonardo; Ritratto virile di Giorgione; Ritartto di Carlo V e Cristo coronato di spine di Tiziano; Madonna dela tenda e Sacra Famiglia di Raffaello; Fanciulla in riposo di f. Boucher.
Orario di apertura al pubblico: dalle 10 alle 17; giovedì dalle 10 alle 22; lunedì chiuso.
La raccolta nasce dalla passione di Ludovico I per la pittura a lui contemporanea e illustra le principali correnti ottocentesche dal preromanticismo al liberty. In particolare, annovera diversi capolavori dell’impressionismo francese; si citano Colazionenell’atelier di E: Manet, Autoritratto di P. Cézanne, Girasoli di V. Van Gogh.
Orario di apertura al pubblico: dalle 10 alle 17: giovedì dalle 10 alle 22: martedì chiuso.
Il castello delle Ninfe, oggi inglobato nella città, fino al 1918 era una delle principali residenze estive dei Wittelsbach. Fu il donodel duca Ferdinando Maria alla moglie Enrichettta adelaide di Savoia, in occasione della nascita dell’erede al trono. Per realizzarlo Enrichetta chiamò gli artisti italiani già impegnati nella costruzione della Theatinerkirche, A. Barelli e E. Zuccalli.
Cominciato nella seconda metà del Seicento, il grandioso complesso, che richiama Versailles, fu completato e ingrandito un secolo dopo; deve il nome al tema che domina le decorazioni dell’interno, pensato dal dotto torinese E. Tesauro su commissione della sovrana.
Il corpo centralee più antico del castello è quasi interamente occupato dalla Gartensaal, lo sfarzoso salone delle feste distribuito su due piani, con stucchi di de Cuvilliés il Vecchio e affreschi di J.B. Zimmermann. Dell’ala sud è da ammirare il gabinetto cinese, così chiamato per le lacche cinesi (XVII secolo) che lo ornano, intervallate a piccoli affreschi di F.X. Faichtmayr il Giovane.
La Schonheitengalerie (Galleria delle Bellezze) contiene 36 ritratti di donne amate o ammirate da Ludovico I.
Nel Rondell, l’edificio semicircolare che sorge di fronte all’ala destra del castello, è ospitata la celebre Porzellanmanifakturen, la manifattura di porcellane di Nymphenburg fonadata nel 1747. Tuttora funzionante, è nota per la varietà della sua produzione (dalle figurine rococò a raffinati pezzi liberty) < cfr. anche Artigianato e shopping>.
La maggiore attrazione del Nymphenburg è, tuttavia, il suo parco, delineato nel XVII secolo sul modello del giardino all’italiana, in seguito modificato secondo lo stile francese. Dal parteterre (la parte vicina al castello), segnato da viali affiancati da statue settecentesche, parte un canale che taglia il parco in due parti.
disseminati nel verde sorgono vari edifici: l’Amalienburg, il padiglione da caccia eretto da de Cuvilliés il Vecchio per Maria Amalia, moglie del principe elettore Karl Albrecht; all’interno si ammira la Spiegelsaal (sala degli specchi), ricoperta di preziosi stucchi d’argento; il Badenburg, il padiglione per i bagni caratterizzato da una piscina interamente rivestita con ceramiche di Delfi; la Pagodenburg, il padiglione per prendere il tè, situato alle spalle di uno stagno.
Il Botanischer Garten offre esmplari di flora alpina accanto a specie tropicali.
All’interno del castello è ospitato inoltre il Marstallmuseum che custodisce una ricca collezione di carrozze usate dalla famiglia reale per matrimoni, funerali o per semplici spostamenti in città (straordinarie quelle appartenute a Ludovico II) e uan serie di 25 dipinti raffiguranti i cavalli più amati dal re, come il morello Ralph e Cosa rara, un cavallo così ben ammaestrato che si diceva mangiasse servito a tavola come una persona.
Il castello è immerso nella verde tranquillità del quartiere omonimo, non lontano da Puqueim, uno dei borghi più tranquilli di Monaco.
Apertura:16 ottobre-31 marzo:dalle 10 alle 16 (in questo periodo i padiglioni del parco, tranne Amalienburg, sono chiusi al pubblico); 01 aprile-15 ottobre:dalle 9 alle 18. si raggiunge con il tram 18, fermata Schloss Nymphenburg.
Il quartiere di Ascheim, che deriva il toponimo di Ascaim (dimora presso i frassini), vanta una lunga storia che vede i propri albori già nel neolitico, e che passa poi per il periodo di dominazione romana, di cui restano tracce anche nel nome attuale.
Tra gli anni Sessanta e Settanta del XIX secolo questo piccolo borgo all’interno di Monaco è cresciuto sino a raggiungere i 5600 abitanti circa, sviluppandosi in un elegante quartiere residenziale.
Si tratta di una suggestiva architettura con una splendida vista panoramica sulla valle e sul lago di Forggensee, a meno di 6 km a sud-est dalla cittò di Fussen. Di tutti i castelli fatti costruire da Ludwid, Neuschwanstein fu il primo a essere iniziato nel 1868, l’ultimo a essere finito nel 1886 e forse quello cui il sovrano era affettivamente più legato. Quando il castello si avvicinò al compimento (ancora oggi il secondo piano è composto da stanze di soli mattoni a vista e non è accessibile), il re vi trasferì la sua sede permanente , ma la sorte volle che solo pochi mesi dopo il sovrano venisse interdetto, arrestato e quindi trasferito nel castello di Berg. In realtà, come scrisse lo stesso re dell’amico Wagner, egli costruì Neuschwanstein nella propria mente fin da bambino, ispirandosi sia al castello del Cavaliere del Cigno Lohengrin, così come lo aveva visto raffigurato durante la sua infanzia in tanti affreschi, sia alle opere dello stesso Wagner.
Il sovrano curò personalmente la scelta del luogo dove erigere la costruzione , andando alla ricerca di un angolo nel quale ogni stagione evidenziasse la bellezza del castello e il frequente fenomeno delle nuvole basse potesse ricreare l’atmosfera fiabesca e romantica, rintracciabile in tanta mitologia germanica. Venne così scelto il cosidetto “nido delle aquile”, sopra la gola Pollat. Il castello è il maggior esempio dello storicismo eclettico ottocentesco che ricreava e mischiava numerosi stili artistici del passato. L’immagine complessiva sfiora una tale perfezione architettonica da sembrare ancora oggi non reale, “finto”, tanto da aver ispirato molti celebri cartoni animati della Walt Disney. I 5 piani del castello sono interrotti e movimentati da un gran numero di pinnacoli, colonnine, torri e torrette, affiancate e spesso sovrapposte, che sembrano giocare a superarsi. Se l’esterno può affascinare, gli interni stupiscono per la cascata di tessuti preziosi, sete, broccati, marmi, legni pregiati e pietre preziose.
Nella Sala dei Cantori si può ammirare un bellissimo soffitto a cassettoni dipinto con finissimi motivi ornamentali, illuminato da meravigliosi candelabri e candelieri in ottone dorato che sorreggono quasi 700 candele. Le arcate della sala sono sorrette da colonne di marmo che fanno da sfondo alla rappresentazione de Il bosco del mago Klingsor, contornato da affreschi con alcuni motivi tratti dal Tannhauser di Wagner. Il pavone è un motivo ricorrente perchè il re amava l’immagine di questo animale dal nobile aspetto, vedendovi rispecchiato il proprio triste destino, fra aspirazione alla libertà assoluta e l’impossibilità a spiccare il volo…. La Sala del Trono offre un altro spettacolo di sfarzo e magnificenza, è decorata secondo lo stile bizantino con i bellissimi mosaici che sul pavimento raffigurano animali, piante e uccelli delle diverse regioni del mondo, mentre sulle pareti nela parte bassa presentano delicati motivi ornamentali e nella parte alta scene mitologiche e sacre. Particolarmente sontuosa anche la camera da letto reale in stile tardo gotico con bellissimi dipinti alle pareti ispirati al Tristano e Isotta.
L’ex campo di concentramento nazista sorge a 20 chilometri da Monaco; da visitare il museo e il monumento eretto in memoria delle vittime (ebrei, comunisti, zingari). Nella città si erge un castello del XVIII secolo con un bel giardino barocco.
Si trova a 100 chilometri circa da Monaco; immerso in un ambiente verdissimo e riposante, fu il luogo che ispirò parte della poetica di Kandinskij, il quale visse qui a lungo con la sua compagna e pittrice Gabriele Munter. Testimonianza del loro soggiorno è la Munter-Haus (orario di apertura al pubblico da martedì a domenica dalle 10 alle 17), la casa dove vissero insieme per qualche tempo, oggi adibita a museo i cui interni sono ancora decorati con gli arredi originali e i dipinti dell’epoca.
Nei pressi di Murnau, sullo Staffelsee, si possono praticare sport acquatici.
Il lago, a est di Monaco, è una delle mete preferite dagli abitanti della città, a solo un’ora dal centro urbano. Sulla Herreninsel (isola degli uomini) sorge lo Schloss Herrenchiemsee, la reggia di Ludwig II che nella struttura imita Versailles (cfr. Castelli di Ludwig oltre), inoltre un’abbazia benedettina risalente al XVII secolo. Sulla vicina Fraueninsel (isola delle donne), che conserva scorci di grande fascino, si visitano il piccolo villaggio di pescatori, la bella abbazia femminile con l’annessa chiesa romanica del XII-XIV secolo, e la Torhalle, una cappella di epoca carolingia con preziosi affreschi.
E’ il famoso lago in cui è morto misteriosamente re Ludwig II, trovato annegato insieme al suo medico; oggi il luogo del ritrovamento è contrassegnato da una croce posta in acqua.
Il lago è meta privilegiata degli amanti del windsurf. A nord dello specchio d’acqua si trova Stranberg, cittadina omonima, cuore del distretto dei Cinque Laghi (insieme a Amersee, Worthsee, Pilsensee e Ostersee).
Sulla sponda orientale dell’Ammersee sorge Andechs, un monastero benedettino, ricostruito nel 1675, dopo la distruzione avvenuta durante la guerra dei trent’anni.Qui i monaci spillano birra da oltre 500 anni.
Borgo antico subito a nord di Monaco, ospita due bellissimi castelli: lo Neues Schloss Schleissheim e l’Altes Schloss Schleissheim.
E’ una località termale molto frequentata, soprattutto da monacensi; si può godere anche della piscina Alpamare, fare lo scivolo dal monte Blomberg, o rafting sull’Isar.
Nelle vicinanze di Monaco si segnala inoltre Rottach-Egern, sulla strada alpina tedesca (Deutsche Alpenstrasse), ottimo punto di ristoro dopo numerose escursioni come quella alla scoperta dell’Algovia, che parte dalla deliziosa cittadina Lindau, sul lago di Costanza.
Rosshaupten, situata anch’essa nell’Algovia, è un centro storico-culturale molto importante.
La vicinanza del Pfaffenwinkel (paesaggio ricreativo con bei parchi naturali, bosco di tassi, paludi e maestosi paesaggi fluviali dalle alte sponde) e dalla Strada Romantica danno la possibilità di visitare le bellissime chiese e monasteri di epoca romana e gotica.
A poco più di 100 chilometri da Monaco, incastonato nelle splendide colline prealpine dell’Algovia, a un’altezza di 635 metri sul livello del mare, è il piccolo borgo di Bad Woerishofen.
Per gli amanti dello scii è una tappa obbligata: nel territorio delle Alpi Bavaresi, sud-est della Germania e lungo gran parte del confine austriaco, si trova Garmisch-Partenkirchen, la prima stazione sciistica della Germania e una delle più importanti al mondo, già sede dei giochi olimpici e di campionati mondiali.
Per chi desidera un posto tranquillo dove pernottare, ma ad appena 20 minuti da Monaco, è consigliabile sostare nella vicina Germering, ottimamente servita dai mezzi, oppure Sauerlach, dove si trovano confortevoli sistemazioni con un buon rapporto qualità/prezzo.
Le origini di Fussen risalgono ai celti, ma il suo ingresso nella storia avvenne a pieno titolo solo nel 15 a. C. quando divenne una colonia dell’impero romano raggiungendo una certa prosperità.
In seguito alle invasioni barbare, e in particolare a quelle alemanne, venne però completamente distrutta . Se ne persero le tracce fino all’anno 743, durante il quale san Magno scelse questo luogo per fondarvi un monastero.
Nel 1193 Fussen acquisì lo status di città, ma ben presto cadde sotto il dominio dei vescovi di Augusta.
All’inizio della Romantische Strasse a sud, la bella cittadina di circa 14.000 abitanti, è dominata dall’imponente Hohes Schloss e dall’antico monastero. Il fiume Lech in questo punto è sbarrato da una diga che contribuisce ad alimentare il forggensee.
L’Hohes Schloss (castello alto, 1291) fu eretto quale fortezza a difesa dei cittadini della regione, funzione che continuò a svolgere anche dopo il 1322 quando passò sotto il controllo dei vescovi principi di Augusta. Con il mutare delle tecniche di guerra diventò obsoleto il concetto stesso di fortezza e l’intero complesso, intorno al 1512, fu quindi ristrutturato e reso più residenziale. Da allora il castello è rimasto intatto e ospita un interessante museo con dipinti e sculture targo-gotiche e rinascimentali.
Il Monastero di S. Mang fu fondato dal monaco irlandese san Magno, le cui spoglie riposano ancora oggi nella cripta. Successivamente i vescovi di Augusta trasformarono la struttura in convento benedettino. Il complesso fu ristrutturato una prima volta nella seconda metà del XII secolo e nel 1715 assunse le attuali forme barocche. La torre e il campanile originali sono abbelliti da alcuni affreschi della scuola di Reichenau e possono essere fatti risalire alla fine del X secolo. L’antica struttura ospita attualmente una parte del municipio cittadino, oltre che il Museum der Stadt Fussen (museo della città), dove si trova una bella collezione di strumenti musicali, opera dei maestri liutai della zona, e una grande biblioteca. Merita attenzione l’affresco Totentanz (Danza Macabra o Danza dei morti), presente nella cappella di S. Anna e risalente al 1608 circa, un pregevole esempio di arte popolare. Durante l’anno, diversi appuntamenti di musica antica mantengono viva l’antica tradizione locale e movimentano l’atmosfera cittadina.
La Baviera si affaccia per un breve tratto sulla riva nord-orientale del lago di Costanza (in tedesco Bodensee), la cittadina di Lindau sorge proprio in questo punto e forse rappresenta il gioiello di maggior pregio del lago.
Essa deve il suo particolare fascino al fatto di essersi sviluppata su un’isola che in alcuni punti non è molto lontana dalla riva. In passato esisteva un solo ponte che la collegava alla terra ferma quindi possedeva una posizione strategica e inattaccabile che le permise di mantenere il titolo di città libera per quasi 600 anni, fino all’inizio del XIX secolo. Miracolosamente risparmiata dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, Lindau è riuscita a conservare la struttura originaria tipica delle cittadine del nord, con strette viuzze e case di due, tre piani dai tetti affilati. L’unica concessione all’avanzare del tempo è stata la costruzione di un secondo ponte che ha consentito il collegamento con la ferrovia, ma che non ha intaccato la struttura del centro storico.
La Markplatz (piazza del mercato) è uno spazio molto piacevole che si apre nella zona nordorientale dell’isola ed è dominata dalla chiesa evangelica di St. Stephan, dalla cheisa cattolica di St. Maria e dalla Haus zum Cavazzen (1732), una bella costruzione in stile barocco abbellita da grandi dipinti murali. Si tratta della sede del Museo dell’arte, della storia e della cultura cittadina in cui è esposta una raccolta di statue e dipinti e una piacevole collezione di mobili antichi.
Un altro punto focale è la Maximilianstrasse , attorno alla quale sorgono il vecchio municipio (Altes Rathaus, 1438), il nuovo municipio (Neues Rathaus, 1717) e uno dei più gradevoli insiemi di vecchie case.
Meritano una visita anche la Peterskirke, che ospita un interessante ciclo di affreschi della fine del XV secolo raffigurante la Passione di Cristo, la Torre dei ladri (Diebesturm, 1381) e il porto che un tempo era un vivace centro di scambi commerciali mentre oggi, durante la bella stagione, rappresenta un punto di ritrovo per i tanti proprietari di barca a vela che affollano il lago.
Già nel nome la città tradisce le sue origini romane; si narra, infatti, che la località fosse legata ai figliastri dell’imperatore Augusto. in seguito divenne libera città dell’impero tedesco con un fiorente commercio di oro, argento e rame, quindi uno dei centri della riforma luterana. Venne celebrato qui il primo atto formale con cui i principi protestanti consegnarono la propria professione di fede all’imperatore , la cosidetta confessione di Augusta.
Il centro della cittadina è costituito dalla Rathausplatz (piazza del municipio), dove si trova l’antico Rathaus (municipio, 1615-20), con lo stemma cittadino (una pigna) sul frontone della facciata e torri con cupola a bulbo, interamente ricostruito dopo i bombardamenti del 1944; all’interno merita una visita la ricca Goldener Saal, completamente ricoperta di lamine d’oro.
Di fianco al municipio si eleva la Perlachturm (1618), l’antica torre di guardia che poggia sulla facciata della chiesa di St. Peter (XII secolo, ma d’aspetto barocco per successivi interventi), dalla quale è possibile godere uno splendido panorama. La Augustbrunnen (fontana di Augusto, 1575) orna la piazza, ricordando le antiche e nobili origini della città.
La visita non può dimenticare il Dom Maria Heimsuchung o Hoher Dom, che risale al X secolo ma ha subito aggiunte successive. Si tratta di un edificio bicefalo, dove il coro occidentale mostra ancora l’originaria struttura romanica, mentre quello orientale, con cappelle radiali e vetrate, testimonia i rimaneggiamenti in stile gotico.
Quest’ultimo presenta due notevoli portali con timpani scolpiti; sono soprattutto d’ammirare i rilievi del portale meridionale, caratterizzati dall’affollamento di figure tipico dell’artista trecentesco Peter Parler. All’interno si segnalano gli stalli (1495) del coro occidentale, le vetrate (fra le più antiche di Germania, 1130) e le tavole di H. Holbein il Vecchio della navata centrale.
L’Hoher Dom confina a sud con il Fronhof, uno spazio verde dove in passato si svolgevano le giostre e i tornei. Nel parco sono situati la Burgraventurm (torre dei burgravi, 1507) e la Residenz (XVI-XVIII) con l’Hofgarten.
Altre chiese importanti sono la St. Anna, un antico monastero carmelitano (XV secolo), poi centro del movimento protestante cittadino (vi soggiornò Lutero e durante la messa di Natale del 1525 venne celebrata per la prima volta la comunione secondo il nuovo rito), che racchiude opere di Lucas Cranach il Vecchio e la Fuggerkapelle, una notevole testimonianza del rinascimento tedesco; e la St. Urlich und Afra , fondata nel 973 dal vescovo Urlico attorno al sepolcro del martire Afra, caratterizzata all’interno da alte volte con nervature e dai tre giganteschi altari del coro, capolavori seicenteschi di Johann Degler il Vecchio.
Nel cortile rinascimentale del Fuggerpalast, con affreschi di Jorg Breu il Vecchio, si svolse la disputa teologica di Lutero (1518). Lo Schlaezlerpalais (XVIII secolo) è sede, insieme all’attiguo convento di St. Katharina, del Kunstsammlungen.
Gli ambienti del palazzo sono occupati dalla Deutsche Barokgalerie, dedicata al barocco tedesco, e da un bellissimo salone rococò; nel monastero si trova la Staatsgalerie, che testimonia la fioritura artistica, oltre che economica , di Augusta nel rinascimento.
Il Maximilianmuseum raccoglie documenti e testimonianze sulla storia della città, tra cui gioielli dei famosi orafi cittadini; infine al Romisches Museum, allestito nell’ex chiesa gotica di St. Magdalena, si possono vedere i reperti della città in epoca romana, fra cui spiccano sei stele funerarie del III secolo.
La Mozarthaus e la Bertolt Brecht Haus sono state l’abitazione di due cittadini illustri, il padre di Mozart e il famoso poeta e drammaturgo tedesco; oggi sono musei a loro dedicati. La Fuggerei, infine, rappresenta il primo quartiere di edilizia popolare del mondo (Jacob Fugger il Ricco, 1519-25).
Fra l’Alta Baviera, la Franconia e la Svevia, nella zona centrale fra Monaco e Norimberga, si estende il Parco Naturale dell’Altmuhltal, istituito nel 1969 e comprendente la suggestiva valle del fiume dal quale prende il nome. Si tratta del più grande parco di tutta la Germania: tremila chilometri quadrati di fiumi, massicci rocciosi, radure boschive, altipiani, valli e zone umide. Uno dei territori tedeschi più ricchi e interessanti dal punto di vista naturalistico e particolarmente denso delle testimonianze storiche dei popoli che hanno abitato queste terre, celti, alemanni, romani. Ancora oggi numerosi edifici religiosi e civili punteggiano il territorio, tasselli di un assortito quadro storico che mette insieme, nel raggio di pochi chilometri, la forza creativa del romanico e del gotico, del rinascimento e del barocco.
Il parco racchiude uno degli archivi più importanti della storia della vita sulla terra: nelle cave di pietra dell’altopiani del Giura nella Franconia meridionale sono state ritrovate oltre 800 diverse specie animali e vegetali risalenti al Giurassico (secondo periodo dell’era Mesozoica, compresa tra i 210 ei 145 milioni di anni fa e caratterizzata dallo sviluppo dei grandi erbivori), riccamente documentato nelle collezioni fossili e nei tesori pietrificati custoditi nei musei del parco. La testimonianza di maggior fascino e suggestione forse è rappresentata dall’Archaeopteryx, animale che fu un anello di congiunzione tra i rettili e gli uccelli, di cui esistono finora soltano sette esemplari pietrificati, tutti rinvenuti nella regione dell’Altmuhhltal.
Capoluogo della regione è la cittadina di Eichstatt, centro storico-amministrativo, sede dell’Informationszentrum Naturpark Altmuhltal, il punto informativo del parco e naturalmente punto di partenza della maggior parte delle escursioni nella zona.
La sede degli uffici è collocata in una struttura di notevole pregio artistico: la chiesa barocca, sconsacrata, di quello che fu il convento di Notre Dame de Sacre Coeur. Accanto è il Jura Museum, che espone numerosi reperti fossili, fra cui il famoso Archaeopteryx.
Ai confini settentrionali del parco, a nord-ovest di Eichstatt, sempre sul corso del fiume Altmuhl, si trova l’interessante area avifaunistica Vogelinsel,nel lago Altmuhlsee, nei pressi della cittadina protestante di Gunzenhausen. L’osasi,caratterizzata da alcune isole, è vincolata come riserva integrale ad accesso vietato, e vi nidificano e svernano moltissime specie di uccelli. Da segnalare la presenza del castoro e delle cicogne.
Altri sentieri si dipanano lungo il corso navigabile del fiume Altmuhl e più a est, lungo il tratto meridionale del Main-Donau-Kanal, il canale che congiunge il Meno al Danubio: sono di notevole bellezza i centri storici e i castelli che si affacciano sulle sponde, raggiungibili in battello, in bici, a piedi o a cavallo.
Interessante è l’estesa formazione calcarea del terreno che favorisce fenomeni di carsismo , tra i quali i più frequenti sono quelli risorgivi: le acque spariscono per ricomparire all’improvviso in risorgive di acqua fresca, dove abbondano allevamenti di trote.
Si segnalano, verso est, i paesi e le zone di Kipfenberg, Kinding, Beilngries, Berching, Dietfurt, Riedenburg, Essing e Kelheim.
Cerca subito un hotel a Monaco ed effettua la tua prenotazione.
Partenze in Bus Venerdi sera
Viaggio A/R + 1 Notte in Hotel da € 110.